Poesie allievi – Bukkosan Zenshinji

“Scrivere poemi è un’antica tradizione del Chan e tuttora, nel monasteri giapponesi, a parte
la poesia che deve essere presentata al proprio maestro alla conclusione di ogni koan, c’è
un giorno il primo dell’anno, in cui tutti i monaci vengono invitati a scrivere un poema.
Debbono scrivere quattro righe di sette caratteri cinesi e debbono fare riferimento al
poema che il Roshi recita il mattino alla fine della cerimonia principale.
La presenza fra gli allievi di Scaramuccia di alcuni “poeti” di “professione” ed altri, tanti,
che lo fanno quasi di nascosto, mi ha fatto pensare che sarebbe stato bello prendere
spunto dal Giappone per fare anche qui da noi una specie di concorso di poesia. Anche
perché sarebbe bello se questo modo di scrivere perdesse l’aura di appartenenza ad una
speciale categoria di persone. Poeti lo possiamo essere tutti, basta sapersi mettere nella
giusta condizione e… scrivere.” (M° Engaku Taino)

Alla fine di ciascun corso o sesshin lunga, il M° Taino indicava una frase cui ispirarsi per raccontare in dieci righe attrverso il mezzo poetico, l’essenza dell’esperienza individuale vissuta.
Gli allievi che hanno partecipato, hanno inteso donare al Tempio i loro elaborati.